Illustrazione realizzata da Giulia Ortuso
Al-Barquq
L’albicocco semi fiorito nel giardino della vicina, stamattina mi ha puntato il suo sguardo dritto negli occhi.
Sui rami fori di bianco neve con un sorriso di gioconda.
Ho sostato con lo sguardo senza pensarci. Respiravamo insieme, che sintonia. Attenta a non farsi udire dalla padrona, per timore d’ingelosirla, una vocina mi ha bisbigliato: sono settimane che ti vedo affranto, vai e vieni dal balcone di cucina te e gli altri dei vari piani del palazzo. Camminate come spaesati in casa propria. Non capisco il perché, il tuo sorriso stampato di norma sulle labbra è latente, fuggitivo, da quando la quarantena è divenuta il vostro modus vivendi!
Non è successo appena niente!
Avvicinati non aver paura non c’è contagio, l’unica cosa che puoi prendere da me è il frutto nei prossimi mesi. Puoi abbracciarmi senza alcun pericolo. Anch’io ho bisogno dei tuoi occhi che mi guardano.
Giorni addietro ha nevicato, la gelata d’improvviso ha schiafeggiato ogni cosa e lo ha fatto con vera violenza.
Pugni sui petali foriti, calci agli steli, qualcuno è bruciato dal gelo, non ce la farà a raddrizzarsi e loro piangono, alcuni per pietas lo fanno mestamente. Sappi che i cazzotti lasciano segni indelebili nel corso della vita, il rischio è che il frutto non ci sarà sulle vostre tavole domani. Immagina il danno, ci verranno indirizzate parolacce e bestemmie, per il mancato raccolto, la padrona mi darà legnate con il rischio di essere tagliato a vita.
La mia origine è di terre lontane, dalla Cina alla Persia all’Armenia, il mio vero nome è Al- Barquq … no Albi/cocco, Al-Barquq! Mi hanno trapiantato qui al tempo dell’impero Romano. Se qualche vicino, non credo la mia padrona, viene a sapere che c’è un arabo nel giardino non so come fnirà.
A voi non resta che ringraziare la quarantena per tutti gli squilibri emotivi e spirituali che vi sta facendo vivere, ne uscirete raforzati con prospettive insolite. Sarete più consapevoli di tanta fragilità, di solitudine umana, di quanto sia importante l’altro per ognuno di voi. Vi ha permesso di comprendere cosa è morire, un attimo e puf! Pensa alle tante persone che non ce l’hanno fatta, pensa cosa ha scatenato il loro sacrifcio.
Vi è stato dato una possibilità nuova di redimervi. Non dimenticatelo, mo’ va va, domani è un altro giorno.
Ssss … ricordati sei in quarantena!
In collaborazione con Officinae Efesti
Ultimi articoli
Leggi con noi
Micrologo
Tutte le mattine mi siedo al mio tavolo di lavoro, lo studio si trova all’ultimo piano e dalle alte finestre, oltre al cielo e alla chioma degli alberi, si vede un elegante edificio arricchito da un bugnato liscio che confina con un’anonima facciata cieca.
Il colore del vento
Tutte le mattine mi siedo al mio tavolo di lavoro, lo studio si trova all’ultimo piano e dalle alte finestre, oltre al cielo e alla chioma degli alberi, si vede un elegante edificio arricchito da un bugnato liscio che confina con un’anonima facciata cieca.
Caos familiare
Me ne sto seduto, i rimbombi delle pentole sbattute alle finestre, gli “Azzurro”
Seguici
Aiutaci a spargere la voce... Aiutaci a condividere quest'idea...
Aiutaci ad accendere altre finestre.
News
Iscriviti alla nostra newsletter
Ti terremo aggiornato su racconti e novità non perdertela !