Illustrazione realizzata da Silvia Rossana
In mezzo alla pista
Immaginate avere sedici anni e, tutti i sabato sera, vedere le vostre coetanee uscire per andare in discoteca ma dover rimanere a casa. È pericoloso, sei piccola, non hai altro da fare? Il catalogo dei motivi per non andare sembra essere infinito.
E poi… miracolo! Finalmente cedono anche i vostri genitori! Il 27 febbraio potrete unirvi alla folla di adolescenti che sgomitano in pista. Bellissimo, no?
No.
Abbiamo dimenticato un particolare.
(Chiamatelo particolare)
Ma non preoccupatevi, sta arrivando, e infatti ecco qui il Coronavirus, o Covid-19… ci sono tanti modi per chiamarlo, ma la sostanza non cambia.
Forse, a dicembre si riparlerà di poter andare a ballare. Forse.
E quindi? Francamente, non importa più molto nemmeno a me. Preferirei mille volte una giornata di scuola come tutte le altre, ora, al chiasso assordante della pista.
Ogni tanto, però, accendo il cellulare e metto la musica. A volte, capita un di quelle canzoni che… avete capito, no? Quelle che vanno messe a palla, in macchina, con i finestrini aperti, per correre in giro per le strade, inondandole della felicità che ci si sente dentro. Quelle che senti le prime quattro note e le vorresti come colonna sonora della tua vita. Quelle che sanno di estate, di amici, di spiaggia, del sole sulla pelle, di risate, di abbracci, di un bacio rubato in riva al mare. Ogni tanto capita una di quelle. E allora mi succede che, in mezzo a tutto questo casino, penso a come sarà bello poter andare a ballare quando si ricomincerà a vivere. Alla felicità che non sapremo più contenere: ballare non sarà uno svago, un divertimento, ma una necessità, il rito obbligatorio che sancirà finalmente il ritorno alla vita.
Se chiudo gli occhi sono già lì, in mezzo alla pista in compagnia delle mie migliori amiche, e sprizzo da tutti i pori quella gioia così difficile da trovare in questi giorni.
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