Illustrazione realizzata da Chiaramente
La bellezza dei piccoli gesti
Da un po’ di giorni in ufficio si parlava della situazione che stava vivendo la Cina: alcuni colleghi erano preoccupati, altri disorientati, altri ancora indifferenti. Di certo nessuno si aspettava di stravolgere le proprie vite! Io sono a casa dai primi giorni di marzo e ammetto che all’inizio un po’ di “vacanza” non mi è dispiaciuta: ho staccato la sveglia, ho ripreso a fare yoga la mattina, mi sono goduta il divano e ho ritrovato il giusto tempo per cucinare. Quando però quella situazione che all’inizio sembrava lontana è arrivata prepotente anche qui, ammetto che qualche preoccupazione in più ha bussato alla mia porta. Ho cercato però di non farmi assalire dall’ansia. Ho continuato ad occupare il tempo leggendo, colorando, ascoltando la radio, giocando con la mia cagnolina e guardando il tempo che scorreva lento fuori dalla finestra. A volte tutto questo è stato sufficiente, altre volte invece i minuti sembrava proprio non volessero passare.
Nonostante tutto però, dopo quasi un mese e mezzo, posso dire che il momento della giornata che preferisco rimane quello in cui il mio compagno rientra dal lavoro; quell’abbraccio che mi avvolge ormai da 9 anni oggi ha un calore diverso. C’è ancora più voglia di stare vicini, di cercarsi, di tenersi per mano, di sorridere. Tutti quei gesti che prima erano naturali tra amici e cari, ora sono esclusivi, solo nostri, e questo li rende ancora più speciali, straordinari. Questa magia forse un po’ mi mancherà quando la vita ricomincerà a scorrere normale; temo che piano piano tutto tornerà ad essere veloce, frenetico, a tratti scontato. Mi auguro però di fare tesoro di questa esperienza e di preservare la bellezza dei piccoli gesti; ancor di più, mi auguro sapremo portare questa bellezza anche ai nostri cari, abbraccio dopo abbraccio.
Racconto di Anna
Ultimi articoli
Leggi con noi
Micrologo
Tutte le mattine mi siedo al mio tavolo di lavoro, lo studio si trova all’ultimo piano e dalle alte finestre, oltre al cielo e alla chioma degli alberi, si vede un elegante edificio arricchito da un bugnato liscio che confina con un’anonima facciata cieca.
Il colore del vento
Tutte le mattine mi siedo al mio tavolo di lavoro, lo studio si trova all’ultimo piano e dalle alte finestre, oltre al cielo e alla chioma degli alberi, si vede un elegante edificio arricchito da un bugnato liscio che confina con un’anonima facciata cieca.
Caos familiare
Me ne sto seduto, i rimbombi delle pentole sbattute alle finestre, gli “Azzurro”
Seguici
Aiutaci a spargere la voce... Aiutaci a condividere quest'idea...
Aiutaci ad accendere altre finestre.
News
Iscriviti alla nostra newsletter
Ti terremo aggiornato su racconti e novità non perdertela !